Nacque nel 1510 o Regalbuto. L'ambiente familiare, ricco di stimoli culturali (lo zio Giovanni scriveva poesie e il fratello Nicolò fu un valente giureconsulto e letterato), influì certamente sulla formazione del carattere sullo sviluppo intellettuale del giovane Gianfilippo. Egli assorbì tutto a un tempo una solida cultura classica e una conoscenza abbastanza larga della cultura cinquecentesca. Il giovane apprese con facilità il latino e il greco, e dimostrò sempre una grande passione, anche da vecchio, per i classici, tanto da passare parecchie notti tutto intento allo studio dei suoi autori prediletti: Omero, Virgilio, Cicerone, ecc. La sua vasta erudizione (conosceva tra l'altro la filosofia platonica ed aristotelica).
Fin da giovane intraprese lo via del sapere e studiò a Palermo e a Padova, laureandosi in medicina nel 1537. In un primo periodo (1544) fu chiamato ad insegnare all'Università di Napoli dove esercitò la sua attività di medico, ottenendo grandissimi successi. Nel 1546, attraverso un'accurata ricerca sull'anatomia umana, Gian Filippo scopre un ossicino all'interno dell'orecchio che egli stesso chiamò "staffa' o 'deltoide' che permise uno più idoneo comprensione dello stimolo acustico. Fece delle accurate ricerche sulle vesciche seminali che fecero capire meglio il loro funzionamento.
Ritornò in Sicilia dove fu eletto dal senato 'lettore ordinario di medicina' e dal re Filippo II, nel 1563, protomedico del Regno di Sicilia. Fondò lo medicina pubblica, quella legale e la polizia sanitaria. Grazie al suo intervento furono presi provvedimenti sulla sanità pubblica e sull'igiene di Palermo. Tra il 1 575 e il 1 576 scoppiò in Sicilia un'epidemia di peste, il vicerè, Don Carlo convocò l'ormai vecchio ed ammalato Gian Filippo lngrassia e gli diede lo carica di deputato per il tempo della peste e di consultore sanitario. Egli fu molto generoso nel dare cura e soccorso agli ammalati. Scrisse un libro che intitolò "Informatione del Pestifero et Contagioso Morbo" che conteneva le sue riflessioni su questa esperienza. Questo libro, pur essendo inferiore ad altri suoi scritti, rimane il suo capolavoro.Riformatore ed anticipatore nello studio delle affezioni epidemiche e della loro prevenzione a lui si devono: la valorizzazione in Sicilia dei Consigli di Pubblica Sanità, una disposizione più razionale dei lazzaretti, la raccolta organica delle leggi sanitarie che permisero all'autorità pubblica l'adozione di rigide misure di quarantena, d'igiene e prevenzione che risultarono utilissime per controllare la situazione in momenti di estremo pericolo. lngrassia si riteneva un uomo "servo" della patria e fu per questo che rifiutò lo stipendio che gli spettava ogni mese.
Morì rimpianto da tutti a settant'anni, il 6 novembre dell'anno 1580, per una malattia polmonare. I funerali furono fatti a spese del pubblico erario ed il suo cadavere fu sepolto nella sua bella e sontuosa cappella di S. Barbara da lui voluta nel convento dei P.P. Predicatori. Giustamente considerato uno dei padri della medicina e dell'anatomia moderna, Ingrassia rivoluzionò con i suoi studi la conoscenza del corpo umano.. In suo onore il paese di Regalbuto ha intitolato una delle vie principali, la scuola elementare e la scuola media. A Catania a questo famoso personaggio e stato intestato l'istituto di Anatomia.
Opere di Gianfilippo Ingrassia
- Iatropologia, Napoli, 1547.
- Scholia, Napoli, Giovanni Paolo Suganappo, 1549.
- De Tumoribus praeter naturam, Napoli, Matteo Cancro, 1553.
- De Ossibus o Commentaria (in Galeni librum de ossibus doctissima, et expertissima commentaria, Palermo, Giovan Battista Moringo, 1603 la ed., Venezia, 1604, 2a ed.).
- Trattato assai bello, ed utile di due Mostri nati ira Palermo in diversi tempi, ove per due lettere l'una volgare, e l'altra latina si determinano molte necessarie questioni appartenenti ad essi mostri.. ., Palermo, Giovanni Antonio Maida, 1560.
- Ragionamento fatto in presenza del Magistrato sopra le infermità epidemiali e popolari successe nell'anno 1558, Palermo, Antonio Maiora, 1560.
- De veneno post tempus permeante (sl.., marzo 1561).
- Constitutiones et capitula, nec non jurisdictiones Regii Protomedicatus officii cum pandectis eiusdem. .., s.l. 1563.
- Quaestio utrum victis a principio ad status usque procedere debet sub tiliando, An (ut multi perpetuo observant) potius ingrossando, Venezia, Angelo Patessio, 1568.
- Quod Veterinaria Medicina formaliter una, eademque cum nobiliore homine medicina sit, materiae duntaxat dignitate, seu nobilitate differens: ex quo Veterinarij quoque Medici, non minus, quam Nobiles illi Hominum Medici, ad Regiam Protomedicatus officij iurisdictionem pertineant, Venezia, Angelo Patessio, 1568.